martedì 24 maggio 2011

I Bivalvi


bivalvi o lamellibranchi sono molluschi la cui conchiglia è formata da due parti, dette valve, unite da una cerniera mobile. La mobilità degli adulti è limitatissima. Hanno un piede non adatto alla locomozione, ma, vivendo semisepolti nella sabbia o nel fango, lo usano per scavare.Alcuni bivalvi sono in grado di muoversi: si tratta dei pettini (Pecten jacobaeus), i quali, aprendo e chiudendo le due valve della conchiglia, producono getti d'acqua che li fanno muovere a balzi.Sono animali filtratori bentonici, il cui capo è praticamente inesistente ed il sistema nervoso notevolmente semplificato.La cavità del mantello corrisponde allo spazio tra le due parti dell'animale aderenti alle valve. Essa è attraversata da un flusso d'acqua che permette la respirazione e la nutrizione. Le particelle alimentari sono, infatti, trattenute dalle branchie lamelliformi. I muscoli che serrano le valve (derivanti dal piede) hanno la capacità di "cristallizzarsi" in modo da tenerle bloccate senza consumare energia.La maggior parte dei bivalvi è dioica.
Specie commestibili

Vongola
Vongola è il nome comune utilizzato per identificare svariate specie di molluschi bivalvi della famiglia dei Veneridae.Il termine vongola, sebbene diffuso tra tutti gli italofoni, è di origine napoletana e deriva dal latino volgare conchŭla, diminutivo di cŏncha, ossia conchiglia.
Può riferirsi a:
Arctica islandica (Linnaeus, 1767), vongola artica
Austrovenus stutchbury, vongola australiana
Chamelea gallina (Linnaeus 1758), vongola comune o vongola gallina
Dosinia exoleta (
Linnaeus, 1758), vongola o lupino
Meretrix lyrata (Sowerby 1851), vongola del Pacifico
Meretrix meretrix (
Linnaeus, 1758), vongola del Pacifico
Paphia textile (Gmelin,
1791), vongola del Pacifico
Pitar rostrata (Koch,
1844), vongola uruguaiana
Protothaca staminea (Conrad, 1837), vongola canadese
Tivela mactroides (Born, 1978), vongola venezuelana
Venerupis aurea (Gmelin, 1791), vongola o longone.
Venerupis decussata (
Linnaeus, 1758), vongola verace
Venerupis philippinarum (A. Adams & Reeve,
1850), falsa vongola verace

Ostriche


Ostrea (nome volgare ostrica) è un genere di molluschi bivalvi dalla conchiglia tondeggiante ricoperta di lamelle squamose ondulate.Le due valve sono disuguali e quella inferiore, alla quale è ancorato l'animale, è più grande ed incavata della superiore.Il mollusco ha corpo di forma tondeggiante, con i margini dei due lembi del mantello frangiati.Vive in tutti i mari d'Europa a bassa profondità, abbarbicata alle rocce o ad altri corpi solidi.Alcune ostriche, principalmente dalle specie dei mari orientali, producono perle.È molto apprezzata nella cucina mediterranea (rientra in varie ricette) ed è molto costosa sul mercato.

Alcune specie
Ostrea conchaphila (Carpenter, 1857);Ostrea cristata Born, 1778:Ostrea edulis Linnaeus, 1758;Ostrea equestris (Say, 1834);Ostrea lurida Carpenter, 1864;Ostrea megadon Hanley, 1846;Ostrea sandvicensis.




Canestrello


Il Canestrello (Chlamys opercularis Linnaeus, 1758) è un mollusco bivalve appartenente alla famiglia dei Pectinidi.

Descrizione


È caratterizzato da conchiglia a forma rotondeggiante, valva sinistra più convessa di quella destra e costole radiali rilevate e molto spaziate. Le valve hanno orecchiette anteriore e posteriore quasi uguali. La conchiglia ha colori molto variegati tra cui il bianco, il giallo, il rosato e a macchie più intense.Misura un diametro di 6-7 cm.


Distribuzione e habitat

Vive su fondali sabbiosi o detritici a non meno di 10 metri di profondità. Sembra che il canestrello abbia la capacità di compiere vere e proprie migrazioni usando come metodo di propulsione il movimento prodotto dall'aprirsi e chiudersi delle valve sulla superficie dell'acqua.

Pecten jacobaeus(Capasanta)

Il Pecten jacobaeus, volgarmente noto come capasanta, cappasanta o conchiglia di San Giacomo, è un mollusco bivalve a struttura inequivalve, provvisto di 14-16 costole striate che si irradiano dalla cerniera.

Descrizione

La valva inferiore, con cui l'animale si appoggia al fondo, è molto convessa e di colore chiaro, mentre quella superiore è pianeggiante e di colore bruno. Raggiunge le dimensioni di 12-14 cm circa.La capasanta possiede la particolarità, rara nel mondo animale, di essere munita di occhi catadiottrici elementari (che funzionano per riflessione). La riproduzione di questo mollusco avviene nei mesi di maggio e giugno e dà luogo a una piccola larva planctonica.In Europa vivono nel Mediterraneo. In Normandia, in Bretagna, in Scozia, in Irlanda e in Inghilterra è la specie differente P. maximus. In Italia vivono pressoché in tutti i mari (condizione essenziale è che siano arenosi o sabbiosi e ricchi di detriti), tra i 25 e i 200 metri di profondità. I giovani esemplari vivono ancorati al fondale mediante dei filamenti, mentre gli adulti si spostano liberamente sul fondale aprendo e chiudendo repentinamente le valve per consentire una rapida fuoriuscita d'acqua: tale metodo consente all'animale di spostarsi con estrema velocità, anche per lunghi tratti.La capasanta è un essere vivente ermafrodita e viene particolarmente apprezzato quando le gonadi dei due sessi, una arancio corallina e una avorio, sono ben evidenti.Le carni sono gustose, sia crude sia cotte, anche se è sconsigliato il consumo crudo come del resto tutti i bivalve (essendo animali filtratori), per motivi d'igiene e di rischi di contatti con malattie infettive.

Curiosità

Questa conchiglia è presente nello scudo araldico di Papa Benedetto XVI.
La capasanta è, inoltre, l'emblema:


Nomi regionali italiani


Attività ittica


I mesi consigliati per il consumo di questo gustoso mollusco vanno da maggio ad agosto compresi, anche se la pesca può avvenire durante tutto l'anno, particolarmente nei mesi invernali.
Il sistema utilizzato per la pesca del mollusco è quello delle reti a strascico (quali il rapido).
La normativa che investe questo prodotto ittico è:Anche in Italia, la produzione è in parte di allevamento, i cui prodotti non differiscono sotto alcun aspetto, rispetto a quella di cattura.

Callista chione(Fasolaro)

La fasolara o fasolaro (Callista chione) è un mollusco bivalve della famiglia dei Veneridae.

Descrizione

Caratterizzata da conchiglia grande e ovale, esternamente lucida e interamente porcellanacea, con margine liscio. Di colore marrone rosato è percorsa da striature concentriche di colore marrone-rossastro e raggi più scuri che partono dall'apice proiettandosi verso il margine. Raggiunge una larghezza di 8-10 cm.

Mytilus galloprovincialis(Cozza)

Il mitilo mediterraneo (Mytilus galloprovincialis Lamarck 1819) - detto anche erroneamente mitile e chiamato volgarmente muscolo nelle regioni nord-occidentali, peocio in quelle nord-orientali e cozza in quelle centro-meridionali - è un mollusco bivalve ed equivalve.

Morfologia

È un mollusco lamellibranco, dotato cioè di branchie a lamelle che assorbono l'ossigeno per la respirazione e che trattengono contemporaneamente il cibo per l'alimentazione, costituita soprattutto da plancton e particellato organico in sospensione.La valva, composta principalmente da carbonato di calcio, si presenta esternamente di colore nero o nero-viola, con sot­tili cerchi d'accrescimento radiali e concentrici verso la parte appuntita; internamente si presenta invece di colore madreperla, ma con una superficie liscia. Le due valve sono tenute insieme da una cerniera con tre o quattro dentelli.La forma è grossolanamente quadrangolare, con il margine valvare arrotondato da un lato e appuntito e leggermente incurvato dall'altro.Una volta aperto, il mollusco mostra il mantello che contiene tutti gli organi interni, tra cui quelli riproduttivi.La distinzione tra i due sessi è possibile grazie all'osservazione del colore del mantello stesso, il quale, una volta raggiunta la piena maturità sessuale, si presenta di colore giallo crema nei maschi e di colore rosso arancio nelle femmine.

Riproduzione

La riproduzione avviene emettendo sperma e uova nell'acqua, dove avviene la fecondazione esterna.Le larve attraversano diversi stadi di sviluppo prima di diventare adulte, allorquando per mezzo del bisso, un filamento bruno che secernono e che si solidifica a contatto con l'acqua, sono in grado di fissarsi a rocce o supporti duri.La sua vita media è di circa quattro anni e l’attività sessuale dura per tutta la vita. Ha una fecondazione incrociata.

Curiosità



  • È inserita nell'Elenco delle 100 specie aliene più dannose del mondo.


  • In Puglia, e in particolare nella città di Taranto, c'è il più grande allevamento di cozze del mondo. Le cozze tarantine sono infatti ritenute da molti esperti le migliori. I pescatori tarantini che emigrarono nel 1800 le esportarono anche in città come La Spezia.


  • Nella cottura i mitili devono necessariamente aprirsi in modo tale da far fluire il calore nel cuore del mollusco uccidendo tutti i batteri. La credenza che il succo di limone spruzzato sul mollusco uccida i batteri è assolutamente infondata, dato che per eliminare tutti i batteri il succo di limone impiegherebbe diverse ore, o addirittura giorni.


  • In alcune zone del meridione d'Italia consumare mitili crudi, eventualmente conditi con succo di limone, è considerato apportatore di effetti afrodisiaci.


  • Nel Centro-Sud, il termine "cozza" ha assunto recentemente un'accezione gergale e metaforica, di probabile provenienza romanesca, connotante una donna o ragazza decisamente brutta.


  • In Campania, in particolare a Napoli, il termine "cozza" viene anche usato per connotare una donna di bassa cultura, rivelata dal particolare utilizzo di gergo troppo semplice e ricco di accenti tonici errati (Computér invece di Compùter). Sinonimi più arcaici dello stesso nome sono Vaiassa, Vasciaiola e Vastasa. Il corrispettivo maschile, però, non è cozzo, ma cuozzo, che indica invece il comune contadino.


  • Ad Ancona, alle pendici del Monte Conero, il mitilo viene chiamato mòsciolo. Il mosciolo selvatico di Portonovo cresce tra il quartiere del Passetto e la spiaggia dei Sassi Neri di Sirolo ed è considerato un presidio di bio-sociodiversità dal Comune e dalla Provincia di Ancona. Il guscio del mòsciolo è caratterizzato da uno spesso strato di concrezioni ed è tradizione degli anconetani raccoglierlo sul fondale "facendo i fiati", ovvero in apnea. Il sapore del mòsciolo è più intenso di quello dei mitili d'allevamento.


  • A La Spezia il termine locale per indicare i mitili è "muscoli". Nel golfo spezzino la coltivazione di detti molluschi risale alla fine del 1800, ovvero alla costruzione dell'arsenale ed alla conseguente introduzione di tale coltivazione da parte di immigrati dalla Puglia.


  • In alcune zone della Sicilia le cozze vengono chiamate "Cozzole di Messina"; anche se effettivamente questo nome specificherebbe semplicemente i mitili provenienti dagli allevamenti situati in prossimità dello stretto (orientativamente caratterizzati da un sapore più deciso rispetto a quelli delle altre zone) il senso di questa definizione si è poi allargato facendo sì che con la parola "cozzola" si possano intendere vari tipi di mitili e con "cozzola di Messina" le cozze vere e proprie.


  • Nei dialetti veneti il mitilo viene chiamato peocio o pedocio (generando, in quest'ultimo caso, omonimia con il termine dialettale per pidocchio).

  • Nel dialetto di Comacchio le cozze vengono chiamate "Denti di vecchia"
Bivalvi

È certamente la classe di molluschi più conosciuta dato che vi appartiene la maggior parte di specie commestibili. I bivalvi sono anche chiamati lamellibranchi a causa della forma lamellare del loro apparato branchiale. Le due valve (equivalvi = valve uguali; inequivalvi = valve di forma diversa l’una dall’altra) sono articolate mediante una cerniera. Il piede di alcune specie (es.: mitili), è provvisto di una ghiandola che secerne il bisso, una sostanza proteica che a contatto con l’acqua si solidifica in lunghi e tenaci filamenti che permettono l’ancoraggio. Il loro nutrimento è tipicamente sospensivoro; sono infatti ottimi filtratori capaci di trattenere anche alghe tossiche, batteri o virus. I bivalvi rappresentano, come consistenza numerica, la seconda famiglia di molluschi dopo i Gasteropodi.Il mollusco si presenta appiattito e mostra la parte dorsale verso la cerniera delle due valve, mentre i muscoli adduttori preposti alla chiusura, si manifestano con due impronte nette sulla superficie interna di ogni valva. Queste strutture muscolari sono composte di due tipi di fibre: una atta a contrazioni repentine ma di breve durata, l’altra adatta a lavori lenti ma tenaci e duraturi. In alcune specie la circolazione dell’acqua attraverso la conchiglia è assicurata dalla presenza di un sifone inalante ed uno esalante.



La cerniera si compone di una serie di denti e concavità corrispondenti che compenetrandosi permettono alle due valve di combaciare perfettamente. A seconda del tipo di dentatura avremo: cerniera tassodonte, cioè con numerosi denti fra loro simili; cerniera eterodonte, con tre denti mediani detti cardinali, e due denti laterali allungati (cfr. Cardidi); cerniera desmodonte, con formazioni dentiformi legate alla penetrazione del legamento nella cerniera (cfr. Mactridi); cerniera isodonte, con un dente ed una infossatura ai lati del legamento mediano (cfr. Spondilidi); cerniera disodonte, con denti atrofici o assenti.I bivalvi si nutrono filtrando l’acqua, trattenendo le particelle organiche ed espellendo i corpi estranei. Alcune specie (Ostreidi), possono addirittura filtrare fino a 37 litri d’acqua ogni ora. La riproduzione avviene mediante sessi separati, ma non sempre i sessi sono distinti, infatti è frequente il caso di ermafroditismo.È presente un rudimentale sistema nervoso composto da organi di senso di postura detti statocisti, mediante i quali il mollusco rileva informazioni sulla sua posizione, in più esistono organi a funzione visiva posti sui margini del mantello o sulle branchie ma dei quali non si sa se registrano solo variazioni di luce o immagini.

I Bivalvi hanno adottato un modo di alimentarsi unico presso i Molluschi: essi filtrano grandi masse di acqua attraverso le branchie molto ampie e reticolate, trattenendo il microplancton; in rapporto a ciò essi sono rimasti confinati nelle acque e il loro mantello e la loro conchiglia si sono modificati profondamente.



Il piano strutturale e le sue varianti


Nei Bivalvi il mantello è formato da due ampi lembi che coprono i fianchi dell'animale e spesso si saldano anche al disotto del corpo: ciascun lembo secerne una valva della conchiglia; le due valve sono incernierate lungo la linea mediana dorsale. Il capo è molto ridotto; di esso rimangono uno o due lembi ciliati a forma di proboscide e un paio di palpi disposti attorno alla bocca; nelle specie detritivore i lembi muniti di ciglia raccolgono il detrito organico e i palpi ne fanno la cernita e l'introducono nella bocca, ma nelle forme filtatrici la proboscide manca e i palpi buccali ricevono il materiale dalle branchie. Il piede è compresso lateralmente, di solito è privo di suola, sicché acquista la forma di una falce o di una accetta (molto evidente nelle vongole). Nelle forme che vivono nella sabbia o nel fango il piede funge da organo di scavo, ma in quelle che vivono attaccate agli scogli, come fanno i mitili, esso è ridotto o assente . Le branchie dei bivalvi, oltre che agli scambi gassosi, provvedono alla filtrazione del materiale nutritivo. Ciascuna branchia ha la forma di un vasto crivello coperto di ciglia: una parte dell'apparato ciliare spinge l'acqua nella cavità del mantello, la fa fluire attraverso le branchie, e quindi la espelle dalla parte posteriore. Un'altra parte dell'apparato ciliare convoglia verso i palpi buccali il cordone mucoso in cui si sono invischiate le particelle nutritive trattenute dal filtro. I margini del mantello hanno importanza decisiva nel convogliare il flusso d'acqua verso le branchie e poi di nuovo verso l'esterno. Nei bivalvi che vivono attaccati a un substrato (mitili), il margine posteriore del mantello si ripiega in modo da formare due imboccature: attraverso quella inferiore entra l'acqua che va alle branchie, attraverso quella superiore esce l'acqua che è stata filtrata, portando con sé gli escrementi dell'animale.In altri bivalvi gli opposti bordi del mantello si saldano lasciando tre varchi: uno anteriore per l'uscita del piede e due per l'entrata e l'uscita dell'acqua; eventualmente rimane una quarta apertura per l'uscita del 'bisso'. Le aperture attraverso cui l'acqua entra ed esce vengono dette, rispettivamente, sifone inalante e di sifone esalante. Nei bivalvi che vivono sepolti nella sabbia (vongole, telline), o dentro gallerie scavate nel legno o nella roccia (teredini), i sifoni inalante ed esalante si allungano molto, di modo che il corpo dell'animale sta al riparo in profondità e l'acqua necessaria alla nutrizione e alla respirazione continua ad arrivare non commista a sabbia o detriti.





Predatori di bivalvi


I Bivalvi sono oggetto di intensa predazione da parte di molti animali diversi specializzati nell'aprirne o nell'infrangerne la conchiglia. I più antichi loro nemici sono le stelle marine. Predatori di quei Bivalvi che si rifugiano dentro la sabbia sono le razze e le torpedini, pesci cartilaginei di fondo, piatti, muniti spesso di dentatura atta a schiacciare le solide conchiglie. Tra i mammiferi predatori di bivalvi marini figura il tricheco che vive nei mari artici. Nonostante questa decimazione, alla quale si aggiunge quella operata dall'uomo spesso con sistemi brutali e distruttivi, i Bivalvi rimangono numerosi e formano una biomassa imponente. I Bivalvi sono comparsi verso la fine del Cambriano e hanno poi goduto di un successo crescente tanto da spiazzare i Brachiopodi, simili per modo di nutrirsi che si sono molto ridotti, sia per numero di specie, sia per numero di individui.